“Silence is Spoken”, riempire il silenzio con la voce parlata

I Silence Is Spoken sono una band HardRock/Metal/Crossover formata a Londra nel Regno Unito e con sede a Firenze Italia. Le principali influenze di Silence is Spoken provengono dall’alternativa grunge di Seattle
scena, in particolare da band come Alice in Chains, Tool, Soundgarden e, ultimo ma non meno importante, anche da storiche leggende del rock come Black Sabbath e Pink Floyd, tutte ugualmente bilanciate con un tocco moderno suono che crea un groove granitico e un’atmosfera unica.
Le esibizioni dal vivo sono conosciute in Europa e Sud America come potenti e dinamiche immersione sonora grazie a grandi sessioni ritmiche e psichedeliche, testi tumultuosi ed esoterici che porta i concerti a un’esperienza unica ogni volta. SIS ha pubblicato 3 album negli ultimi 15 anni e a il nuovo è stato registrato nel 2020 ed è pronto per essere pubblicato. Il terzo album “11” è maturo concept album sull’umanità, la coscienza e la crescita spirituale.

CMZ: Salve ragazzi, ci spiegate il significato del vostro monicker?
Alessandro:
Ciao, prima cosa grazie per l’invito.
Il nome “Silence is Spoken” nasce dall’idea di riempire il silenzio con la voce parlata della vera informazione e di contrastare l’attacco della propaganda mediatica e governativa a livello internazionale.
Il silenzio è parlato, viene riempito dalle grida di chi si ribella alle ingiustizie, dalle voci di chi cammina dignitosamente a testa alta, qualsiasi cosa accada. È il silenzio parlato della coscienza che si risveglia.

CMZ: Di cosa parla il vostro concept lirico legato ad “11”
Samuele:
I testi sono spesso riflessioni che possono scaturire in maniera più o meno casuale rispetto a determinati argomenti. La tematica principale è quella della condizione umana, il rapporto con se stessi, il confronto con le aspettative, la società.
Cerchiamo per quanto possibile di mantenerci in una condizione narrativa tale da non inserire il nostro giudizio diretto nelle tematiche affrontate ma far parlare quella personalità specifica, in quel momento, senza filtrarla.
A good God e Genesis 19_24, per esempio, parlano del rapporto che gli uomini hanno con Dio, raccontato però da due figure molto distanti nel tempo fra loro.
Altre come War abc Song, 3Lateral Kingdom e 1984(tratta dal libro di Orwell) parlano invece del processo di istruzione/informazione/manipolazione che ci viene somministrato costantemente e che accettiamo di buon grado diventandone spesso promotori diretti, mentre in Game Over diamo voce a quella parte della personalità che invece si ribella a questo tipo di meccanismo, quella che rompe gli schemi per come li conosciamo, quella che risorse dalle proprie ceneri…per poi arrivare a parlare del concetto di “consapevolezza” in 1000petaled lotus.
Cerchiamo di parlare quindi delle stesse tematiche che viviamo ogni giorno ma sotto punti di vista diversi che possano aprirci ad un’interpretazione più ampia del concetto.
Spesso in questo racconto emergono più lati della personalità in conflitto fra loro ed è in questo scambio che si possono trovare le chiavi di lettura dei vari testi. 

CMZ: Riuscireste a descrivere quali sono stati gli artisti che hanno influenzato il sound di questo vostro nuovo album?
Alessandro :
Ci sono e ci saranno sempre tantissime influenze nella nostra musica, alcune sentite più dagli ascoltatori che da noi che abbiamo creato i brani. In questo album, in particolare, penso si possano percepire gli ascolti che negli anni abbiamo assorbito, penso agli Alice in Chains, ai Soundgarden, ai Tool, ma anche ai Kyuss, ai Rage Against The Machine, ai Mindfunk.
Allo stesso tempo, ritengo che si possa parlare di altre fonti di ispirazione che apparentemente poco c’entrano con il nostro sound, ma che in qualche modo sono presenti, come quella che porta alle sonorità notturne dei Massive Attack.

CMZ: Che musica ascoltano i Silence Is Spoken?
Alessandro:
Tutti noi ascoltiamo veramente tanti generi, anche molto diversi tra loro.
Personalmente, venendo da una formazione classica, sono un amante di Chopin e Debussy, ma ascolto con lo stesso entusiasmo Bob Marley, Tool, Meshuggah o Alice in Chains. E so di poter parlare a nome di tutti noi Silence nel dire che quando la musica è fatta bene, è sempre un grande nutrimento, a prescindere dal genere.

CMZ: Vogliamo parlare della realizzazione del videoclip relativo alla realizzazione del brano “A Good God”?
Lorenzo:
Il video è stato architettato da Samuele Camiciottoli e da Tommaso Mariotti, il nostro video-maker di riferimento per i tre video usciti in queste ultime settimane, che rappresentano una trilogia. Sono stati giorni intensi di riprese, di divertimento, di condivisioni e siamo davvero molto soddisfatti del lavoro svolto insieme a Tommaso. Per quanto riguarda i contenuti, invito tutti a guardare i tre video di “A good God”, “War ABC Song” e “Game Over” per farsi una propria idea. Come detto per i testi, anche i video sono tutti aperti ad ogni tipo di interpretazione.

CMZ: Quali sono i progetti futuri dei Silence Is Spoken?
Alessandro:
Ci stiamo dedicando anima e corpo sia alla promozione dell’album, inteso anche come preparazione del tour, che alla realizzazione di nuovi brani per il prossimo disco. Non posso dire niente di più al momento, solo che siamo profondamente soddisfatti della nuova direzione che stiamo intraprendendo a livello sonoro.

CMZ: Come pensate di evolvervi musicalmente in futuro?
Lorenzo:
La nostra evoluzione musicale è una conseguenza delle nostre personalità, quindi abbastanza imprevedibile direi. Nel passato abbiamo avuto influenze di ogni genere che hanno reso possibile la composizione dei due precedenti album, dischi profondamente differenti tra di loro, ma con un sound particolare che rende la band riconoscibile alle orecchie degli ascoltatori.
Probabilmente inseriremo ancora dell’elettronica anche nel prossimo album, come già fatto nel nostro secondo e anche in “11”, però vedremo come evolve la vena artistica.

CMZ: La scena alternative rock italiana. Come vi sembra oggigiorno?
Lorenzo:
Come tutti gli altri membri dei SIlence, non seguo molto la scena italiana.
La mia permanenza all’estero, prevalentemente in Inghilterra, ma anche in Argentina e in Francia, mi ha sempre portato ad avere un occhio di riguardo per questi paesi relativamente alla scena underground ed alternative che, come potete immaginare, è molto attiva e tuttora molto importante.
Spero che l’Italia possa in futuro stare al passo con le altre nazioni sopracitate, per riuscire poi a tirar fuori qualcosa di unico e speciale come spesso ha saputo fare in passato.
Noi continueremo a fare la nostra parte, ovvero quella di suonare, produrre musica e proporre un live show che rappresenti al 100% ciò che la band vuole trasmettere in termini di suono e messaggio.

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