In un’epoca in cui dappertutto, anche nella musica, c’é troppa plastica, i vicentini Onceweresixty hanno scelto una strada diversa. Il loro disco d’esordio, The Flood, è stato registrato fieramente in casa, senza post-produzioni digitali. Ne risulta un viaggio sonico tra spettri di tastiere e ritmi sbilenchi, non senza un’istintiva attitudine melodica che trasforma ogni canzone in un piccolo, sghembo gioiello lo-fi. Numi tutelari della band i Low, i Mojave3, i Pavement ma anche campioni della melodia come Belle & Sebastian e Daniel Johnston.
Anima del progetto sono Marco Lorenzoni e Luca Sella, che iniziano a scrivere le canzoni dalle ceneri del loro gruppo precedente, i Mr60. “Tramontato il sogno indie dei primi anni duemila” racconta Marco “ i suoi giocattolo e le coralità hanno ceduto il passo a suoni più freddi e scarni, che meglio rispecchiano i tempi attuali. Se i Mr60 accostavano il deserto culturale veneto a quello texano, oggi quel deserto è una terra post-apocalittica popolata da zombie mangiacervelli. Rabbia ed ignoranza dilagano. Tutto è perduto. O forse no”. Alla band si è unito da metà 2020 Enrico Grando, ottimo chitarrista e apprendista sassofonista, che i due collocano in modo naturale… al synth.
Accompagnato dal videoclip della title-track (rigorosamente realizzato in garage!), il disco uscirà il 17 settembre in vinile, CD e digitale. Lo pubblicano le etichette venete Beautiful Losers e Uglydog Records, entrambe impegnate da qualche anno nella ricerca di nuovi progetti italiani più vicini all’indie internazionale.