“Rest well, rainbow kid” è un viaggio emotivo il cui intento è abbracciare tutte le sfaccettature della genitorialità, ponendo al centro del progetto la figura dei genitori intesi sia come singoli individui che come coppia. Le canzoni esplorano le sfide quotidiane, i cambiamenti di prospettiva e le nuove responsabilità che accompagnano la genitorialità stessa, in un percorso sfaccettato che porta, giocoforza, a dover fare i conti con i propri fantasmi del passato e del presente. La musica vuole essere la traghettatrice di questo percorso, incanalando le complessità delle attese in un’esperienza sonora il più coinvolgente e autentica possibile. Le tracce del disco, legate l’una con l’altra da un sottile filo conduttore, narrano di notti insonni, di attimi, di sorrisi, ma anche di attese infinite e di perdite inaspettate che generano ferite difficili da rimarginare.
All’inizio della primavera, un filo d’erba appena fuori dall’inverno, lontano dal sole, sotto il ghiaccio, prima del disgelo. PRIMOVERE è un collettivo torinese nato all’inizio della primavera del 2021 nel disgelo della condizione post-pandemica. In uno scenario in cui attingere a radici creative, profonde, rappresentava una vera e propria urgenza espressiva, PRIMOVERE è stato spazio di respiro, fuori dal ghiaccio. Abbiamo messo gemme e foglie, insieme. PRIMOVERE prende pensiero dall’identità dei singoli membri. Il suono del progetto prende senso e direzione a partire dalle influenze individuali: post-rock, new wave, indie-pop, stoner, shoegaze. Differenti insieme. PRIMOVERE canta in inglese e si nasconde dietro le parole come i fili d’erba sotto la neve. All’inizio della primavera.
Ho notato che avete messo con cadenza regolare i brani su spotify, e ora, con l’aggiunta di Goodbye arrivate all’ep che di fatto contiene i tre brani precedenti pubblicati. E’ una scelta che, almeno fermandosi a guardare i numeri di stream e ascoltatori ha pagato… C’è qualcuno che vi ha indirizzato verso questa strategia o avete deciso in autonomia?
Ci abbiamo ragionato a lungo e alla fine abbiamo optato per questa scelta. È evidente che senza tv, senza talent e con dei suoni che nulla hanno a che vedere con ciò che attualmente è considerato “di tendenza”, rilasciare 8-10 brani tutti assieme sarebbe stato un suicidio. La scelta di rilasciare un pezzo alla volta invece per il momento sta abbastanza premiando. Anche perché oggi giorno vale la regola che “un disco dura un giorno ed un brano dura un giorno”.
Quanto pensi sia difficile uscire dal magma di produzioni e dischi che vomita fuori tutti i giorni spotify? Il rischio secondo me è che alla gente non arrivino progetti importanti e che hanno qualcosa da dire e siano solo direzionati dagli algoritmi e dalle campagne sui social o robe simili…
È il grande problema della discografia di oggi. Gli algoritmi, i talent e la tv decidono cosa debba piacere l’ascoltatore medio, che di fatto non sa che esiste altro anche solo per pigrizia o mancanza di tempo e decide che va bene ciò che gli viene proposto. Bisogna, forse, ritrovare la curiosità di ricercare cose nuove come si faceva un tempo nei negozi di dischi.
Facendo una ricerca on line è molto difficile trovarvi.. prima esce un sacco di roba su D’Annunzio, anche se il titolo del suo libro è diverso dal vostro nome… Questo potrebbe essere un problema a livello di posizionamento on line….
A noi piacerebbe, posizionamento ed algoritmi permettendo, raccontare il nostro progetto a più persone possibile.
Quali sono i vostri sogni nel cassetto?
Non abbiamo la necessità di affermarci come un grande nome della discografia italiana, ma ci piacerebbe far sapere che esistiamo e raccontiamo storie differenti da quelle che si sentono solitamente in tv o sui social.