Pianeti, emozioni e molto altro: “Lunatica” è il nuovo album di Nictagena, progetto con svariati collaboratori che si concentra intorno a Walter Tocco.
Il nome Nictagena nasce vent’anni fa quando Walter Tocco incomincia a suonare la chitarra e a cantare: da allora non ha mai suonato in nessun’altra band che non fosse quella che ha creato. Il nome è un chiaro riferimento alla pianta Bella di Notte che appartiene alla famiglia delle Nyctaginaceae dal quale il nome Nictagena. La caratteristica di queste piante è che i fiori si aprono al tramonto e si chiudono alla luce. Una specie di pianta guida per chi vuole esplorare oltre il risaputo e aprirsi alla conoscenza di nuovi mondi.
Il disco, che si articola su undici brani per oltre quarantacinque minuti di musica di ispirazione internazionale, con radici nell’alternative rock e negli anni Novanta soprattutto, vive di parallelismi astrali: pur senza parlare di astrologia, come si fa con l’oroscopo accosta elementi cosmici con le emozioni umane.
L’accostamento peraltro è soprattutto suggerito, non troppo esplicito. Dirette sono invece le sonorità, spesso molto elettriche e vive. Il disco si apre con “Plutone”, già presentata come singolo, mentre poi sgrana tutto il sistema solare con pezzi ora più scuri e lenti come “Mercurio”, oppure più battaglieri. Ci sono anche profili sonori post grunge che si fanno sentire in maniera estesa, e anche qualche rimando al sound tipo Smashing Pumpkins dell’epoca d’oro.
“Dopo un po’ di tempo di pausa – racconta Walter Tocco – decido che è arrivato il tempo di riprendere a suonare spinto da un senso di insoddisfazione di fondo quasi inspiegabile. Senti che c’è qualcosa che non va nella tua vita e cominci a pensare al lavoro, al luogo dove vivi e alle persone che ti sono intorno. Nel mio caso la risposta è stata abbastanza semplice: era da tre anni che non toccavo più uno strumento musicale e quasi non avevo dato più importanza a questa cosa.
Ritrovare la musica è stato come riemergere e ritornare indietro nel tempo e stabilire le priorità nella mia vita. C’era qualcosa scritta che andava ripresa, una mezza idea di un concept album sui pianeti che mi era venuta 8 anni fa ma mai realizzata. La pandemia arriva al momento giusto per me: riprendo in mano la chitarra e la penna e così comincio la stesura dei brani del disco. I brani sono stati scritti con un forte desiderio di far sentire che la calma di cui si era appropriata della mia anima era solo un passaggio importante per ritornare a vivere come musicista”.
Il risultato di questo lungo procedimento è un disco particolarmente godibile, credibile e fitto di buone sensazioni. Il viaggio astrale di Walter Tocco funziona molto bene e si rivela intenso e interessante.