Roberto Miccio, in arte Mitcho, nasce a Roma nel 1996.
Dopo aver suonato sui palchi di alcuni locali a Roma tra il 2018 e il 2019, l’incontro con Lorenzo Martelli, in arte Knives Out, ne segna la svolta artistica. Insieme cominciano la produzione e la scrittura di “Waysided”, per una collaborazione che sembra reggere ottime fondamenta musicali. “Waysided” è il titolo del disco d’esordio del cantautore
romano, Mitcho, uscito il 29 maggio 2020.
Il disco contiene sette tracce che parlano di esperienze divenute passioni, scene di vita vissute analizzate tanto nel dettaglio da sviscerarne i sentimenti: il filo conduttore di tutte quante è senza dubbio il timbro vocale, unico elemento di connessione tra dei generi costantemente in movimento e mai definiti.
Il 16 aprile 2021 è in uscita il nuovo singolo “body in the pool”.
CMZ: Ciao Mitcho, ci racconti il tuo percorso musicale prima del tuo nuovo singolo “body in the pool”?
Mitcho: Ciao e grazie per avermi riservato questa intervista. Prima del mio nuovo singolo c’è stata una sorta di pietra miliare del mio percorso artistico: il primo album “Waysided”, prodotto interamente con Lorenzo Martelli tra il 2019 e il 2020. E’ stato il mio certificato di nascita musicale e più lo scrivevo e più mi rendevo conto che quelle canzoni coprivano un arco di vita lunghissimo e non solo relativo al tempo in cui ci stavo lavorando. E’ stata una bella retrospettiva su tutto quello che avevo vissuto fino a quel punto.
CMZ: Quali sono le maggiori influenze della tua musica? C’è qualcuno nella scena musicale italiana di oggi che ti sta ispirando particolarmente?
Mitcho: La maggior parte delle mie influenze provengono da paesi anglofoni, è quasi inutile dirlo. Sono cresciuto con i Beatles nelle orecchie e ancora oggi li porto nel cuore, quando non riesco a fare a meno di ascoltarli. Nella scena musicale italiana di oggi ci sono delle punte di diamante indiscusse secondo me: tutta la nuova scena del cantautorato indie mi affascina ma prendo le distanze personalmente per quello che sono io nella musica. Mi piacerebbe sperimentare qualcosa di prog. Come sta facendo Andrea Laszlo de Simone o Iosonouncane.
CMZ: Di cosa parla “body in the pool”?
Mitcho: Il pezzo è l’estate scorsa, mentre stavo raccogliendo i pezzi alla fine di una relazione importante finita per una mia mancanza di identità e riconoscimento emotivo. Parla quindi del distacco che stavo provando tra il mio corpo e la mia vera personalità che ero avevo perso senza rendermene conto e volevo assolutamente recuperare.
CMZ: Come stai vivendo questo momento così particolare come persona e come artista?
Mitcho: Una delle cose peggiori, secondo me, è che la gente si sta abituando. Che questa ormai viene considerata la quotidiana normalità e non c’è più speranza per toccare un mano un futuro diverso. Personalmente mi ha dato tantissimo tempo per scrivere e riflettere, e finalmente avevo trovato una bolla in cui rinchiudermi e aspettare che una canzone mi travolgesse. Credo che scrivere sia un po’ come surfare: non prenderai mai l’onda buona se non sei disposto ad aspettarla anche per ore o giorni.
CMZ: Cosa vorresti poter dire se rifacessimo questa intervista tra un anno esatto?
Mitcho: Che ho portato la mia musica sui palchi di più paesi possibili, anche piccoli, non mi importa. Vorrei solo poter saggiare la possibilità di far girare la mia musica il più possibile, arrivare allo stomaco di un sacco di gente.