Il cantautore, polistrumentista e performer romano Albasax, debutta il 21 marzo con un singolo dalle sonorità elettro-pop, che racconta come si reagisce alla fine di un amore. «La musica? Per me è un’ossessione, ma anche uno strumento per esplorare me stesso e la vita».
Roma. Esterno-notte. È quasi buio sulla città. Un’auto di grossa cilindrata con i vetri scuri arriva all’Eur e si ferma davanti al Palazzetto dello Sport immerso in un silenzio surreale. Si aprono gli sportelli, scendono un ragazzo e una ragazza. Nel parcheggio deserto inizia a suonare un sassofono, la musica sale, vibra nell’aria sulle note di «Mi volevi affondare», il primo singolo di Albasax, all’anagrafe Daniele Dominici, in uscita su Spotify e ovunque, il 21 marzo. Il cantautore e polistrumentista romano canta la delusione e l’amarezza per un amore finito. Urla tutta la sua rabbia per una storia che è stata e adesso non è più, e lo fa nell’unico modo che conosce: con la musica, con le parole, con le immagini del videoclip diretto da Armando Cattarinich, sintesi di una relazione complicata ormai finita. Quando il gioco si fa doloroso, si sa, le anime vive reagiscono per non affondare nel mare delle incomprensioni, nell’abisso dell’incomunicabilità. Sulla spiaggia, al tramonto, i due amanti si danno le spalle, l’amore tra loro si è esaurito, ognuno va per la sua strada. Cosa rimane? Il mare da contemplare, le onde che si rincorrono una dietro l’altra, si inseguono e poi si infrangono sulla battigia. Un’immagine che è metafora dello struggimento interiore per la fine di un sentimento. Chi sognava una vita a due resta deluso perché le anime si incontrano, si scelgono, si amano di un sentimento destinato a finire. A che serve il sogno se è figlio della casualità? Se lo chiede Albasax, cresciuto sul litorale laziale bagnato da quel mare, fonte di ogni ispirazione. L’artista, cresciuto a pane e conservatorio (quello di Santa Cecilia di Roma, dove si è laureato), crede nell’arte come strumento potentissimo per curare le ferite interiori e capace di trasformare l’essere umano nel profondo.
«Con la mia musica, con questa canzone in particolare, voglio lanciare un messaggio di speranza», spiega Albasax. «Nei momenti più bui, nella notte fonda delle nostre vite, quando ci sentiamo spenti e tutto sembra senza senso, c’è un modo per tornare a splendere, c’è sempre un sole pronto a sorgere. Dove? Dentro di noi. Basta guardarsi dentro, ascoltarsi, respirare e continuare a vivere. Lo dico chiaramente nel brano: “Mi volevi affondare… Ma non ci riuscirai mai, ora mi vedrai brillare”». Parole e musica sono un binomio impareggiabile per fermare il tempo e superare un evento traumatico. Può esserci catarsi attraverso una canzone? Sì. E così Albasax, che si nascondeva dietro gli occhiali scuri, la tuta fluorescente e il sassofono, ha imparato a essere semplicemente sé stesso e il brano «Mi volevi affondare» ne è la dimostrazione. Le sonorità electro-pop e dance, che strizzano l’occhio al rock, raccontano di una musica che è osmosi di sonorità in perfetto equilibrio, il tutto veicolato dalle sue abilità da virtuoso del sassofono. A chiudere il cerchio c’è la performance, aspetto che Albasax cura da sempre nei suoi show. La tuta a led che indossa e con cui si esibisce, l’ha ideata e progettata insieme a sua madre, ed è espressione del suo spirito visionario non senza un pizzico di follia che anima i suoi concerti live, autentici eventi multisensoriali dove fare un’esperienza emozionale e immersiva.
«La musica è un’ossessione per me. Fin da piccolo ho vissuto sulla magia di sette note che messe insieme compongono melodie, aprono porte, mondi sconosciuti, dimensioni nuove. Il suono come strumento per esplorare sé stessi e la vita», spiega Albasax parlando di ispirazione e magia. «Il talento? In un mondo dove tutto corre troppo velocemente, le persone che hanno talento spesso non sono viste, riconosciute. Come fare per non mollare? Essere ossessionati dalla musica. Fare dell’ossessione una sorta di missione e perseguirla con tenacia, volontà, determinazione. Per me è del tutto naturale perché la musica è urgenza espressiva», sottolinea il cantautore, che ha scritto il singolo di debutto insieme al suo produttore Federico Paciotti che dice di lui:
“Ho notato subito Albasax dal primo momento che l’ho incontrato, per la sua forte personalità artistica. Trovo molto all’avanguardia la sua visione della musica insieme alla forza della sua immagine, uno show a 360 gradi. Ha un timbro vocale unico che entra nel cuore di chi lo ascolta!”
Forte di punti di riferimento musicali che vanno da Lady Gaga a Ed Sheeran, da Ligabue a Vasco e Ultimo, Albasax si considera un artista a tutto tondo completamente posseduto da una divinità che ha un nome femminile: MUSICA.