Bali è diventata una seconda casa per Israel Varela e questo brano è un omaggio, un abbraccio per l’isola e per tutta l’Indonesia. Nello specifico, proprio Ubud a Bali, è diventata una casa, una delle isole preferite dell’artista, un posto magico in cui vivono artisti, musicisti, pittori.
“Lo scorso anno, durante un soggiorno a Bali, per ritrovare l’albergo che era un po’ fuori mi sono perso e non riuscivo a ritrovare la strada per il mio albergo. Non c’era nessuno che parlasse inglese e che potesse aiutarmi. Ad un certo punto ho sentito dalla finestra un bambino che cantava una melodia. Mi sono fermato e mi sono concentrato sulla melodia e non l’ho più dimenticata, tanto da farla diventare la seconda parte del brano”. Israel Varela
Se non si fosse perso quindi il brano “UBUD” non esisterebbe.
Nella parte musicale ha utilizzato tantissimi elementi della geometria sacra che utilizzavano sia Coltrane che Pitagora, elementi ritmici e geometrici.
Suonarla poi al Dasè Sound Lab e registrarla con tutti i musicisti assieme, Ben Wendell al sassofono, Francesco Diodati alla chitarra, Arcangelo Trabucco al pianoforte e Giuseppe Romagnoli al contrabbasso, ha fatto si che il brano diventasse una cosa meravigliosa.
Un suono unico, concreto e vero per creare un’unione, un po’ come accettare la parte più onesta di noi stessi. Anche gli errori che ci sono stati fanno parte di quell’onesta purezza, un po’ come quando accettiamo la parte più profonda di noi stessi.
BIOGRAFIA
“L’evoluzione spirituale ha sempre fatto parte dell’identità artistica di Israel Varela”.
Artista, discografico, batterista-cantante-compositore e produttore, vincitore dell'”Euro Latin Award”, recentemente insignito (2023) del prestigioso premio “Distinguished Mexicans”, assegnato dall’Ambasciata del Messico nel mondo.
Israel Varela è uno degli artisti più affermati della sua generazione e negli ultimi dieci anni è stato uno dei musicisti jazz/mondiale/flamenco più richiesti in Europa, Asia, Medio Oriente e America, viaggiando molto in tutto il mondo condividendo la sua musica con un pubblico di più di 30 paesi tra cui Spagna, Paesi Bassi, Messico, Italia, Stati Uniti, Indonesia, India, Singapore, Grecia, Belgio, Cina, Francia, Egitto, Emirati Arabi Uniti, Qatar, Giordania, Tunisia, Svizzera, Germania, Argentina , Perù, Cile, Giamaica, Portogallo, Uruguay, Angola, Regno Unito, Romania, Turchia e Lussemburgo.
La sua originalità e il suo stile distintivo gli hanno permesso di esibirsi con una moltitudine di artisti rinomati come: Pat Metheny, Charlie Haden, Mike Stern, Yo-Yo-Ma, Victor Bailey, Abe Laboriel, Pino Daniele, Diego Amador, Rita Marcotulli, Nita Aartsen, Andrea Bocelli, Joaquin Cortes, Jorge Pardo, Richard Bona, Carles Benavent, Dwiki Darmawhan, Enrico Rava, Chano Dominguez, Markus Stockhausen, Andy Sheppard, Maria Pia de Vito, Kamal Musallam, OSEM Symphony Orchestra, Baja California Orchestra, Gary Willis, tra molti altri.
Durante la sua adolescenza ha studiato a Los Angeles, California privatamente con Alex Acuna e Dave Weckl prima di trasferirsi in Italia nel 2000. Originario di Tijuana, Messico, appartiene alla quarta generazione di una rinomata famiglia di musicisti di Tijuana. È cresciuto in un ambiente musicale emozionante in una casa dove veniva suonata prevalentemente musica classica e sacra.
Varela rimane fedele alle sue radici jazz e latine e allo stesso tempo le influenze del flamenco e della classica contemporanea si riflettono in ciascuno dei suoi nove album:
TIJUANA PORTRAIT (2007) , BORDER PEOPLE (2009), ZAMAR (2012), INVOCATIONS (2015), AS ABOVE SO BELOW (2018), ISRAEL VARELA COLLECTION(2018), YIN AND YANG(2019), “THE LABYRINTH PROJECT” (2019), FRIDA EN SILENCIO (2021).