Esce per Isola Tobia Label l’album “L’ultimo paese” di Alessandro Pellegrini

In un tempo e in uno spazio imprecisato un paese abbandonato aspetta che qualcuno lo scovi. Gli abitanti invisibili si affacciano alle case e raccontano la loro storia, accomunata da un immenso amore partito lungo una strada che non c’è più.
Il concept è disponibile in vari formati

Quando finisce un amore il cuore diventa come un paese che lentamente cede ai colpi dell’abbandono. Da questo parallelismo nasce L’ultimo paese, il nuovo concept di Alessandro Pellegrini pubblicato da Isola Tobia Label (Mercadante Editore) e disponibile nei formati digitale, digibox e digitale tangibile*.

[photo credit: Carlo Mercadante]

Il progetto discografico di Pellegrini, ispirato a una vicenda autobiografica, racconta e descrive in 12 tracce la storia di un percorso personale senza strettamente ambientarlo nel tempo e nello spazio. Il paese abbandonato e la relazione sentimentale che lo ricorda, potrebbero infatti essere in un luogo qualsiasi e di una persona qualsiasi, tanto che ciascuno può identificarsi e associare un proprio vissuto a quelle case e a quel cuore nei quali c’era vita e invece poi è arrivata la desolazione.
Il borgo protagonista del concept è un paese immaginario, costruito come un rapporto d’amore, con mille sogni e mille progetti che tuttavia alla fine sono falliti, ma può anche essere lo stesso artista che si confronta con le conseguenze dell’abbandono, trovando rifugio e speranza nella natura, concretamente presente con i suoi suoni anche nell’arrangiamento musicale del progetto.
L’opera rappresenta l’ideale continuazione della precedente produzione del cantautore marchigiano, alla quale è collegata anche per mezzo di riferimenti all’interno dei testi, una sorta di ‘easter eggs’ nascosti fra le parole. In particolare, un’immagine ricorrente è quella del fuoco – ripresa dall’album Qualcosa – che simboleggia un elemento che brucia, ha bruciato e non c’è più. Il fuoco infatti, come la passione e l’amore, è bello e potente ma può essere distruttivo e in quanto tale simboleggia anche le avversità. Non manca poi un ‘riferimento linguistico’ alla terra d’origine di Pellegrini, con il brano Assediu composto in dialetto marchigiano.
Per quanto riguarda la struttura del concept, la tracklist – che in parallelo al percorso del subconscio parte da una crisi, si sviluppa in una ‘battaglia’ e culmina nel crollo per arrivare infine a una faticosa risalita e rinascita – è costruita quasi in maniera cinematografica tanto che ciascuna traccia ha un proprio finale a sorpresa, poiché ogni canzone è pensata e realizzata come un piccolo libro, per cui bisogna di volta in volta chiudere la storia.
La particolare visione narrativa e filmica si riflette anche nella riconferma della scelta di un arrangiamento orchestrale per i brani, che spaziano fra melodie più delicate (nelle tracce maggiormente introspettive contrassegnate dalla malinconia del ricordo) e melodie più impetuose e ritmate, come quella della canzone Tasso in love, dove con un tocco di ironia si ripercorre l’ebbrezza dell’innamoramento. Tuttavia, rispetto agli altri progetti discografici di Pellegrini, il suono di quest’ultimo lavoro si è fatto più attuale e più sperimentale per via anche dell’introduzione della musica elettronica, virata stilistica che va peraltro di pari passo con la maturazione personale e artistica del suo autore.
L’obiettivo rimane comunque sempre quello di emozionare l’ascoltatore accompagnandolo man mano lungo la strada che lo conduce al brano di chiusura, la title track L’ultimo paese, canzone esplorativa e senso finale della storia.

* – il formato digitale è acquistabile in tutti i principali digital stores
– il digibox è uno speciale zip contenente audio digitali, grafiche e contenuti extra) ed è disponibile nel negozio della nostra community Patreon al link www.patreon.com/isolatobialabel
– il digitale tangibile è un’alternativa ecologica alla copia fisica realizzata su cartoncino o gadget personalizzato con un codice univoco di download dell’album ed è disponibile su www.isolatobialabel.com/chiosco o ai concerti dell’artista.

Alessandro Pellegrini, cantautore, autore e compositore marchigiano, nasce su una collina di Ancona nel 1987. Il suo primo incontro con la musica avviene a sei anni, quando decide fermamente di imparare a suonare il pianoforte. Poco più che adolescente scrive invece la sua prima canzone.
Negli anni perfeziona i suoi studi frequentando una scuola di musica e imparando a suonare anche altri strumenti musicali – fra i quali la chitarra – mentre nel 2019 e nel 2020 si diploma rispettivamente come autore e compositore al CET di Mogol.
Del suo percorso artistico fanno parte anche la vittoria nel 2016 come cantautore al Concorso Festival Giovani per la Musica indetto dall’Orchestra Sinfonica G. Rossini di Pesaro e, nello stesso anno, la partecipazione con le sue canzoni a Il Tenco Ascolta, su invito del Club Tenco di Sanremo. Nel 2017 è stato inoltre insignito del Premio Nazionale Franco Enriquez per “la profondità, intensità e fantasia dei suoi testi e per la solidità della sua architettura musicale”.
Sempre dal 2017 collabora con Accademia 56 e Teatro Terra di Nessuno come pianista improvvisatore di scena e, dal 2022, è in tour con l’attore e regista Victor Carlo Vitale come pianista e compositore per lo spettacolo Novecento di Alessandro Baricco.
Nel 2023 è l’artista scelto di Agricooltour, festival itinerante organizzato da Isola Tobia Label in tutta Italia con l’obiettivo di portare la musica cantautoriale nei luoghi di produttività rurale e di bellezza paesaggistica normalmente non battuti da eventi artistici.
Per quanto riguarda invece i suoi lavori discografici, nel 2010 pubblica l’album La casa senza scale, nel 2017 l’album Qualcosa, nel 2020 l’EP Cinque di Cuori e nel 2021 il singolo Sherif.
Oltre al cantautore convivono in lui il laureato in Ingegneria Edile e Architettura, lo schermidore indomito e l’agricoltore ‘ad honorem’.
Il suo obiettivo è quello di suscitare emozioni raccontando e descrivendo attraverso la musica e i suoi brani sono spesso pensati e contestualizzati nella natura e in riferimento all’universo, sebbene mai strettamente legati al tempo e allo spazio. Nei testi l’artista privilegia inoltre una visione narrativa, al limite di una sceneggiatura cinematografica, esaltata da specifici accordi e da arrangiamenti talvolta orchestrali che non a caso, appunto, richiamano quelli delle colonne sonore dei film.

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