Nell’affollato panorama metal avevamo bisogno di una band di canonico thrash/death metal? La risposta, per quanto mi riguarda, potrebbe essere: non proprio. Quello che intendo è che questo album di debutto dei Criminal Madhouse Conspiracy è ben suonato, suona bene, è curato, ma non apporta alcuna idea nuova in un panorama che invece ne ha dannatamente bisogno. Parliamo di una band italiana, romana per la precisione, che firma per Time To Kill Records e che comunque ci prova.
Questo gruppo prende seriamente quello che fa ed è difficile trovare qualcosa che realmente non vada in questo album, perchè formalmente è ineccepibile. Le tracce sono brevi ma incisive, la voce di Ferdinando Barone infierisce senza mezzi termini e la batteria enfatizza un riffing affilato ed heavy al tempo stesso (anzi, potremmo usare proprio il termine heavy metal senza paura). Ma a conti fatti parliamo di un disco brevissimo, che non raggiunge nemmeno la mezz’ora e che si perde nel marasma delle uscite contemporanee, perchè quelle intuizioni vincenti e leggermente originali che si sentono ogni tanto non hanno modo di svilupparsi, soffocate in un minutaggio troppo stringato.
Occorre che questa band faccia tesoro delle proprie qualità tecniche ma si impegni di più sul lato compositivo. Non c’è nulla di irrimediabile qui dentro, perchè gli album brutti sono altri, ma se la band saprà distanziarsi da questo concetto di “toccata e fuga” che applica ad ogni canzone, magari regalandoci nel prossimo album qualche traccia più lunga ed articolata, allora il gioco sarà fatto. Per adesso la sufficienza non si nega loro, ma è lecito aspettarsi una evoluzione in tempi brevi.