The Rivati – “Napoli folk blues vol.2”
Recita un vecchio adagio che “Non tutti i mali vengono per nuocere”: e quant’è vero! Esempio, per molti artisti l’incubo del lockdown l’han trasformato in ispirata prolificità, come dimostra il duo folk-funk-blues dei The Rivati
che dà alle stampe la seconda parte del progetto “Napoli folk blues ” che arriva a distanza di pochi mesi dal primo capitolo. Stavolta, le scelte di Paolo Maccaro e Marco Cassese si accentrano su sonorità al minimo sindacale, senza però far disperdere quell’humus vibratile che san generare con indubbio talento, coadiuvati anche dall’innesto di ulteriori strumenti come contrabbasso, sassofono e percussioni. Inoltre, l’uso prevalente dell’idioma campano, fà si che si respiri ancor di più aria di veraci intenti, come l’opener “Faccio abuso” che poggia sull’armonica tutta l’anima di buon blues e, con questi connotati, è…”Difficile capì” come si possa ignorare un lavoro di siffatta grande acustica e suonata con pertinenza istrionica, mentre con “Ninna nanna” c’inchiodano nell’alta carica emotiva che trasmette il flusso della pacata chitarra acustica in un soave immaginario vesuviano.
Imprescindibilmente, scuotono anche la dobro per firmare la splendida “Baby blues” che sa tanto di genuina estrosità, utilizzando strutture minimale con la gagliardia del blues. L’aurea cullante di “All’alba” ci conduce ai titoli di coda con una strumentale malinconica, evocativa, emblema di spiccato tatto compositivo che nessuno (almeno questo!) potrà mai mettere in discussione, al di là dei singoli gusti personale. In definitiva, nella formula stilistica di “Napoli folk blues vol.2” convivono classicità ed avanguardia folk, con intenti schietti e spontanei: è decisamente pregio di forza dei The Rivati e ciò, in ogni nuovo atto, li sosterrà sempre per squadernare ulteriori “volumi” cosi godibili ed empatici. Tranquilli, non perderanno piglio e smalto: mi ci gioco casa!
MAX CASALI