Sirgaus – “L’Anguana e la Gemma del Mare Ancestrale”

I Sirgaus stupiscono l’ascoltatore con un’opera talmente ricca e di spessore che viene da pensare che siamo quasi al cospetto di un capolavoro, anche se c’è da dire che non parliamo sicuramente di un album dall’impatto immediato, ma di un qualcosa che prende spunto molto da opere teatrali e/cinematografiche, ed infatti questo stesso album troverà espressione anche in quegli ambiti. Il concept apre bene il varco a questo genere di espressioni artistiche e lo riportiamo per intero: “L’Anguana e la Gemma del Mare Ancestrale racconta una favola dolomitica incentrata sulla figura di questa fascinosa strega locale. Il musical si avvale della collaborazione di Sandro Gerardi, regista e videomaker che realizzerà un film indipendente di quest’opera. 1661: La guerra di Candia imperversa sul Mediterraneo da ormai 16 anni.

Il lungo conflitto sta consumando entrambe le nazioni e la Repubblica di Venezia è costretta ad utilizzare i prigionieri per la manodopera nelle miniere, dalle quali estrae il ferro per le armi. A Cibiana si vive un periodo di grande tranquillità, oltre a ricavare il minerale, vi è una produzione di chiavi che garantisce stabilità e prosperità ai suoi abitanti. E’ qui che vive Zoro assieme al fratello maggiore. Rimasti orfani, i due conducono una vita comunque serena grazie all’attività artigianale. Zoro ha il compito di andare a prendere la materia prima in miniera e, di quella via, porta acqua e viveri ai minatori. Il mondo attorno a lui tuttavia gli è stretto e di conseguenza spesso sogna avventure in terre lontane, immagini che riesce facilmente ad evocare anche grazie all’amico Kemal, un prigioniero ottomano, mastro fabbro, strappato alla sua terra per lavorare il ferro veneziano. Un giorno Zoro cade inavvertitamente in una buca e si ritrova perso in una galleria ormai in disuso, peraltro a lui sconosciuta. Vagando nell’oscurità raggiunge un antro sotterraneo che gli sembra famigliare. Si tratta di una caverna che si erge sulle sponde di un laghetto misterioso, qui una pietra dalle parvenze mistiche, si anima diventando l’Anguana: la strega delle acque che risiede nelle Dolomiti, nutrendosi dei sogni di coloro che abitano i vicini villaggi.

C’è un po’ di diffidenza fra i due inizialmente, tuttavia sembra che entrambi i nostri protagonisti siano legati da un misterioso passato. Lei chiede a Zoro di poter visitare il mondo lì fuori per un giorno solo ed è così che i due condividono un soave momento di amicizia passeggiando assieme fra i monti pallidi. Separatisi a fine giornata, al ritorno dell’Anguana nella sua grotta, una fugace figura la avvicina di nascosto, con lo scopo di rapirla. Costui è consapevole che un tale arcano potere potrebbe aiutarlo a risollevare le sorti del suo popolo”. Per poter affiancare queste tematiche in modo degno abbiamo una line-up diciamo “fissa” con al timone Mattia Gosetti (voce, basso, orchestre, synth, chitarra) e Sonia Da Col (voce) e poi degli special guest, che si rivelano il vero fiore all’occhiello per l’album, con Valeriano De Zordo (voce), Gianluca Nardei (voce) e Michele Bressa (chitarra solista). Il rock e il metal sinfonico trovano quindi un loro spazio vitale e peculiare in questo album, perchè non parliamo di symphonic metal da classifica ma di qualcosa di molto più stratificato e vario.

Munitevi quindi di pazienza e di spirito propositivo per cercare di memorizzare bene tutte le fasi di questo album, che spesso abbandona la via facile della potenza delle chitarre prettamente metal per buttarsi in qualcosa di orchestrale e per certi vagamente folk. Tutto interessante e non standardizzato quindi, anche se gli amanti del metal avranno la loro fetta di torta con alcune canzoni che rientrano pienamente nei canoni del genere.

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