Rossometile – “Ostara”

I campani symphonic/gothic metallers Rossometile si avviano verso i trent’anni di attività, ma l’anno scorso, ovvero il 2022, cadeva il loro venticinquesimo anno di attività, quindi un quarto di secolo, e loro hanno voluto rendere omaggio a questo traguardo pubblicando questo interessante “Ostara”, che era stato preceduto dall’inedito “La Mia Ora Più Buia”, che lasciava presagire su che coordinate stilistiche si sarebbe mosso questo “Ostara”, ovvero quelle più unplugged, orchestrali.

E così la band ripercorre tutti questi anni riproponendo vecchi brani rappresentativi per loro in queste nuove coordinate, mai calcando quindi sulla potenza, ma utilizzando solo il loro noto lato oscuro come retaggio di una carriera votata alla musica pesante ma sempre molto evocativo. In questo album quindi non troverete nulla di metal, ma solo tante belle canzoni che trasportano lontano con la mente e l’immaginazione, grazie ad una prestazione impeccabile, sofferta e arricchita da una splendida voce femminile. E’ tutto davvero molto deprimente in questo album, ma credo che questo fosse l’intento della band.

Chi li conosce da tempo saprà sicuramente che la loro musica non ha mai brillato per vibrazioni positive, anche se di tanto in tanto sono state presenti e lo sono anche in qualche brano di questo album, ma in generale ascoltare “Ostara” è come navigare nel proprio passato più triste e torbido e raccontarlo ad uno psicanalista per cercare di trovare la via d’uscita. Via d’uscita che a quanto pare non è proprio facile da trovare nei meandri bui di questo album, ma questo è un altro discorso.

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