Madhouse – “Secret Antithesis”

I Madhouse rappresentano in Italia quello che band come Lacuna Coil, Paramore o Guano Apes hanno rappresentato o rappresentano in ambito internazionale. Sebbene questa band sia abbastanza conosciuta, non è ancora al livello dei nomi sopracitati, e nemmeno dei connazionali Lacuna Coil, anche se c’è da dire che i Madhouse sono sulla piazza da molto meno tempo… La prima cosa infatti che salta all’orecchio e alla vista è la presenza di una frontwoman di razza come Federica Tringali, che in verità se non si leggesse il suo nome nei credits, potrebbe tranquillamente passare come singer di sesso maschile. Questo non lo diciamo con disprezzo ma anzi, la voce effettata e nasale della cantante funge da vero e proprio tratto distintivo di questa band. Il reparto strumentale è davvero bello tosto.

Il batterista Carlos Cantatore non spicca per una tecnica eccelsa ma sa donare una forza ai brani notevole in quanto non si perde in troppi complimenti, mentre i riff di Filippo Anfossi rimangono in mente sia per quantità, qualità e potenza. La band comunque ha le giuste carte in tavola per imbastire un discorso sonoro vario e adatto a diversi tipi di ascoltatori, variando la propria proposta di brano in brano, e questo è il vero punto forte di tutto l’album. I pezzi più duri sembrano essere posti in apertura, mentre successivamente si da più spazio all’estro di questi musicisti, calcando tutti i lati del rock/metal più moderno. “Thunder Of Fire” apre il disco come una badilata in faccia, seguita dalle non meno violente “Thunder Of Fire” e “I’ve Had It Up To Here”.

Da “Infected World, ovvero la quarta traccia, la band intraprende un sentiero certamente più audace che dà i suoi frutti in brani dove vari stili si incontrano, come in “When The Black Sun Dies”, “Voodoo Doll, “The Place Where I Belong” e “Like A Thunderbolt”. Sul finale abbiamo una “Playing Rough Again” che ci dimostra ancora una volta di che pasta è fatta questa band, tra colpi di batteria decisi e schitarrate belle violente. Un disco quindi valido senza ombra di dubbio, che forse avrebbe guadagnato ancora più punti con una maggiore varietà vocale, ma sono piccoli dettagli che non intaccano il valore di questo album.

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