Le Mondane, remate contro la musica “usa e getta”!

Le Mondane, band pop/folk, nata in provincia di Novara nel 2014 come cover duo, composto da Luca Borin (voce e chitarra) e Daniele Radaelli (chitarre, cajon, ukulele, mandolino, cori). Dopo un paio d’anni di rodaggio, numerose date e collaborazioni, nascono i primi brani inediti, che fanno confluire le due anime del progetto in un pop-folk con sfumature jazz.
Anticipato dal singolo “Stella e Croce”, nel 2018 esce “I giorni della Marmotta” per l’etichetta ferrarese Alka Record Label. Dal disco vengono estratti 4 singoli, tra cui “Dublino”, brano di Francesco De Gregori e del fratello Luigi Grechi De Gregori, che avendone apprezzato la nuova versione, prende personalmente parte alle registrazioni.
Il disco d’esordio viene accolto positivamente, con riscontro di pubblico e dagli addetti ai lavori, portando la band in tour con numerosi concerti.
Gli ottimi risultati spingono la band ad evolversi, così nel 2019 entra in formazione alla batteria, Manuel Mormina, e con Borin e Radaelli, cominciano a scrivere i brani del secondo album.
Diverse le manifestazioni dove, la band piemontese, si è fatta notare, vincitori dello “Sghisa Music Contest” nel 2019, vincitori del bando “Insieme Per La Musica” indetto dal CESVI, e patrocinato da Elio e le storie tese e dal Trio Medusa nel 2020. Finalisti per il Piemonte di Sanremo Rock.

CMZ: Ciao ragazzi, partiamo dalla copertina e dalla scelta del titolo!
Le Mondane:
Ciao! Il titolo e la copertina, (opera della bravissima Sara Bergomi) presentano un individuo di nome Taddeo. E’ stato scelto questo nome perché era il nomignolo d’infanzia con cui Daniele veniva chiamato da suo padre, ed è stato per noi un richiamo a quell’innocenza, quell’ingenuità. Taddeo è un essere che contiene le nostre 3 personalità. E’ uno che pianifica poco, non ha secondi fini, la prende come viene.

CMZ: “Taddeo”, è il vostro nuovo album! Che generi musicali possiamo ascoltare in questo lavoro?
Le Mondane:
Rispetto “I Giorni Della Marmotta” ci siamo un po’ allontanati dalle sonorità folk, per andare verso il rock. Rimane in disco pop, ma con Manuel alla batteria ci sono colori più tribali in alcuni pezzi, più cantautori in altri. Taddeo è il disco di una band, più che di un duo.

CMZ: Le Mondane nascono come cover duo e poi che è successo??
Le Mondane:
Nell’estate 2019 abbiamo sentito la necessità di intensificare il motore percussivo del sound per sentirci più liberi sui nostri strumenti, in particolare Daniele, che voleva dedicarsi più alle sue corde (chitarra, mandolino, ukulele). Era un’esigenza più legata al live. Io (Luca) suonavo già con Manuel in uno spettacolo su Fabrizio De Andrè, e lo abbiamo coinvolto. Questo lo ha portato a restare in pianta stabile nel progetto anche durante la scrittura di Taddeo.

CMZ: Elencateci cinque artisti o bands che hanno influenzato il vostro sound!
Le Mondane: Così al volo, direi: Francesco De Gregori, Paolo Conte, Tom Waits, il Lucio Dalla degli anni ’70, Ben Harper.

CMZ: Com’è cambiato il sound dal primo lavoro?
Le Mondane:
In questo disco Daniele ha mollato la chitarra acustica ed ha imbracciato la Telecaster, e questo già ha fatto molto, oltre a mandolino, ukulele e banjo qui e là. La batteria è presente in tutti i pezzi, a volte in maniera più ortodossa, a volte più elaborata. Non c’è più un contrabbasso come nel primo disco, bensì un Fender fretless (senza tasti) suonato da Massimo Erbetta, oltre a Fabiano Sacco in “Come volevi tu” e Lorenzo Poletti in “Nuvolari” (cover di Lucio Dalla). Pianoforte o Hammond sono abbondantemente presenti, suonati da Andrea Lentullo, che è stato fantastico in fase di arrangiamento. Lorenzo Gasperoni alle percussioni ne “Il villaggio del fanciullo” ha portato il sound verso il latin.
Decisamente un sound più “corpulento”, nel complesso.

CMZ: Quanto è importante per voi internet nell’ambito musicale
Le Mondane:
Ormai è indispensabile, anche se la fruizione della musica (come di molto altro) è diventata più a “buffet”: gironzoli qua e là, e prendi il pezzetto più invitante. Ascoltare un disco, vuol dire prendersi un tempo e volersi lasciare sorprendere. Contiamo un po’ sul ritorno del vinile, che contiene una ritualità, e quindi un affezione all’opera e di conseguenza all’artista.

CMZ: Lasciate un consiglio a chi vuole intraprendere la strada della musica!
Le Mondane:
Remate contro la musica “usa e getta”!

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