La Jacquerie, passione, impegno, una feroce umiltà
La Jacquerie nasce, come progetto artistico, dall’incontro avvenuto nell’autunno del 2016 sulle colline del perugino, tra le parole, la poesia e la scrittura di Simone Piccini e la musica di Antonio Piccinni. Nei mesi successivi si aggiungeranno il basso e i testi di Cristiano Lattanzi e i tamburi di Michele De Musso.
I testi, richiamano una certa musica d’autore ascrivibile al rock indipendente italiano, ispirati al punk, al cantautorato di Ciampi, De André, Enzo Del Re.
Le sonorità esplorano atmosfere elettriche con influenze tra folk e world music, post rock e psichedelia.
La band dedica la sua musica al mondo degli ultimi: a coloro destinati dalla storia ad essere sempre diseredati, sottomessi e perdenti; alla loro caotica e giusta ribellione da qualsiasi schiavitù.
“Non Si Vola” è il primo singolo, che anticipa il disco d’esordio “Il Mare” della band perugina La Jacquerie, disponibile dal 16 ottobre 2020 su tutte le piattaforme digitali ed in rotazione radio, pubblicato e distribuito da (R)esisto.
CMZ: Ciao, prima di tutto vogliamo sapere chi sono La Jacquerie?
La Jacquerie: La Jacquerie è il nostro dovuto. Stato d’agitazione. Una necessità emotiva.
Un veicolo collettivo per sentimenti assolutamente personali.
CMZ: “Il Mare”, è il vostro primo disco. Che generi musicali possiamo ascoltare in questo lavoro ?
La Jacquerie: La risposta è piuttosto semplice: nel nostro disco c’è la musica che amiamo.
Abbiamo anche provato a scrutare orizzonti oltre il classico cantautorato italiano.
Potremmo dire sommariamente dall’indie rock, alla world music, al folk, al prog, il tutto con una particolare attenzione alla parola.
Ci piace definire la nostra musica Post Rock d’autore, proprio per quelle sfumature e chiaroscuri che ci sono nelle musiche e nei testi, sperando incuriosiscano chi ha voglia di ascoltarci.
CMZ: Quali sono state le circostanze che hanno dato vita al progetto “La Jacquerie” ?
La Jacquerie: La conoscenza tra me(Simone, voce) e Antonio(chitarre e marchingegni).
Abbiamo amici in comune.
Ma precisamente La Jacquerie nasce una sera d’estate del 2016, ad un concerto sul lago Trasimeno.
Zanzare e gente.
E Antonio, che stava ad ascoltare un gruppo francese, ed io, che vendevo vino di contrabbando.
Alla fine siamo tornati a casa ubriachi e con una band.
Nei giorni successivi abbiamo cominciato a provare…
Con vari musicisti di Perugia.
Le cose andavano e abbiamo portato avanti la cosa, insieme a Cristiano(basso elettrico) e Michele(batteria), fino ad oggi.
CMZ: Elencate cinque artisti o bands che hanno influenzato il vostro sound
La Jacquerie: Ognuno di noi ha un suo background musicale…
Dal rock al jazz.
Dalla world music al
Cantautorato italiano, alla psichedelia…
Ma anche Punk e folklore.
Per quanto mi riguarda, direi
Sex Pistols, Piero Ciampi, Rino Gaetano, New York Dolls, Fabrizio De André, Syd Barrett, Sumo.
Tutti meravigliosi…
CMZ: E poi l’incontro con la (R)esisto, come è andata?
La Jacquerie: Dopo aver contattato varie etichette del circuito indipendente, alla frase di MAX, “belle queste chitarre maleducate….”, la scelta era fatta. Tutto qui.
CMZ: Quanto è importante per voi internet nell’ambito musicale
La Jacquerie: Se ne potrebbe parlare per ore, caratterialmente non abbiamo una grossa predisposizione all’uso dei social. Meglio per le tecnologie. Comunque ci sorprendiamo spesso di fronte all’evidenza della potenza mediatica di tutto quanto giri su questi canali. Certo è che in questa fase risulta fondamentale, sia per le attività di promozione sia per la divulgazione del lavoro fatto. Tutto, forse, poco poetico ma sembra funzionare.
CMZ: Lasciate un consiglio a chi vuole intraprendere la strada della musica
La Jacquerie: Il Consiglio è l’ultima stazione dell’errore.
Mi sento solo di dire che è la passione, l’impegno, una feroce umiltà a far “suonare” i nostri strumenti.
Tutto ciò che è semplice, spesso non vale…
È il miraggio.
La Facilità non è felicità.
Suonare, soprattutto per strada, mi ha insegnato a sudarla la Musica.
Ogni nota, ogni parola che esce dalla gola.
A sentirla scorrere sulla schiena, oltre che nello stomaco.
Chiunque intraprenda la strada della musica, credo non debba che aspettarsi infinite salite.
Il resto viene da sé.
O forse no.