Garpets 30k, Passione, Costanza e Aspirazione

In omaggio al magnifico trio, il progetto Garpets 30k prova a cavalcare l’onda indie-pop con qualche sfumatura cantautorale. I mash-up, le canzoni indie mega prese male e tante battute squallide fanno dei Garpets 30k l’unica vera rinascita della mediocrità. Un progetto nato nel dicembre 2019 dalle menti di Massimo (chitarra acustica, voce e barzellette tristi), Tommaso (piano, percussioni e Instagram stories) con il successivo inserimento, e salto di qualità musicale, di Simone (basso e curiosità sulla musica) e di Giacomo Ranocchia (Chitarra elettrica e tanta synthwave). Nel giro di un anno, hanno visto la luce il singolo “Estate”, l’Ep “Chiedeteci se siamo felici” e, dalla collaborazione con Pan Music Production, il singolo “22 Giugno”. Insomma, “non sono musicisti professionisti, sono presi dalla strada”

Non abbiamo resistito, e gli abbiamo posto qualche domanda.

CMZ: Cosa serve per fare musica e avviare un progetto musicale?
Garpets 30k:
Ci sarebbero tante risposte facili: la passione, la costanza, l’aspirazione a diventare degli artisti conosciuti. Secondo noi per fare musica serve saper ascoltare tanta musica, serve andarla a ricercare, serve essere aperti mentalmente. Per avviare un progetto servono delle persone che ci credano, che investano tempo e denaro nella cosa che avete capito che vi riesce meglio: suonare

CMZ: E cosa credete che manchi alla scena musicale italiana?
Garpets 30k:
Fortunatamente ci sono tante belle sfumature della scena musicale italiana. Forse è venuto a mancare il concetto di band (tornate in auge ora con i Maneskin), puntando molto spesso sul singolo. E poi, tolto Brunori, manca un po’ di nuovo cantautorato, ma ci sono tanti artisti interessanti che stanno provando ad emergere

CMZ: Come avete scelto il vostro nome, e cosa c’entrano Aldo Giovanni e Giacomo?
Garpets 30k:
Sia io (Massimo) che il ragazzo con cui ho fondato il gruppo (inizialmente era un duo acustico) avevamo in comune la passione per Aldo Giovanni e Giacomo e cercavamo un nome che rappresentasse al meglio questa nostra passione/ossessione. Parlando con gli amici, uno di loro disse “Ma tipo Garpez?”. Inizialmente ci siamo chiamati così, poi abbiamo scoperto che esisteva già un altro gruppo e quindi abbiamo cambiato in Garpets 30k (30 mila, come le lire che ci volevano per fare una gamba migliore di quella di Tre uomini e una gamba)

CMZ: Qual è stato il momento più duro che hai affrontato da quando avete iniziato? E quale invece il più bello e soddisfacente?
Garpets 30k:
Il più duro forse alla fine della scorsa estate, quando stavamo capendo che stavano richiudendo tutto e non sapevamo se avremmo retto ad un altro lockdown e ad un altro anno senza fare musica. Poi ne siamo usciti alla grande e l’ingresso di Giacomo (chitarra elettrica) ha dato sicuramente nuova linfa al gruppo. Il più bello sicuramente la registrazione di “22 Giugno” a Torino da Pan Music Records. Ci ha uniti tantissimo come band, ci ha fatti crescere a livello professionale e poi… registrare un pezzo tuo e vedergli prendere vita è un’emozione unica

CMZ: Avreste voglia di collaborare con qualcuno? Chi sarebbe il protagonista del vostro feat fantascientifico?
Garpets 30k:
Se uno fa musica lo fa principalmente per condividerla, quindi assolutamente sì. Ci siamo inventati un format ( “Aperitivo alle 18,30k”) dove invitavamo un artista nel nostro giardino, bevevamo qualcosa, facevamo due chiacchiere e poi suonavamo una cover insieme. Ci ha fatto conoscere gente nuova (che è stata al gioco sin da subito e sempre super disponibili) e sicuramente è una cosa che replicheremo. Come feat fantascientifico, è difficile: forse con BLANCO, perché ha un energia incredibile. Infatti è presente nella nostra scaletta.

CMZ: Qual è l’occasione migliore per ascoltare il tuo ultimo singolo, 22 giugno?
Garpets 30k:
Come situazione ideale, riprendo un messaggio che ci ha mandato un nostro fan: “E’ una canzone da ascoltare mentre torni a casa per la cena, con la mano fuori dal finestrino provandoti a togliere il caldo appiccicoso di dosso.”

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