Alessio Vito e la sua musica “Sottovuoto”

Alessio Vito nasce ad Avellino il 9 novembre del 1990. Musicista, cantautore e scrittore, nel 2013 consegue la laurea in “Discipline delle arti visive, della musica e dello spettacolo” presso l’Università degli Studi di Salerno dove, nel febbraio 2017, consegue il titolo magistrale in “Scienze dello spettacolo e della produzione multimediale” con tesi in Storia della Musica moderna e contemporanea (La canzone d’autore italiana/ Piero Ciampi: l’amore, il vino … e altri discorsi). Inizia ad esibirsi dal vivo e ad approcciarsi alla scrittura già nel 2006 e dal 2009 è impegnato attivamente nel settore artistico-musicale. Nel 2010 fonda la band di matrice Progressive Rock Locus Amoenus con cui nel 2013, in qualità di cantante, chitarrista, flautista, autore di tutti i testi e in parte delle musiche, pubblica il disco di brani inediti “Clessidra”. Quest’ultimo ottiene un ottimo riscontro di pubblico e critica, soprattutto estera, e di riviste di settore. Collabora sia live che in studio con diversi artisti e gruppi musicali in qualità di musicista, autore, arrangiatore e produttore condividendo il palco con artisti quali
James Senese e Napoli Centrale, Marlene Kuntz, Giorgio Canali. Nel maggio 2015 pubblica il suo primo lavoro solista musicale/letterario “Un Aprile Sbagliato” (Libro+Cd) edito da Il Papavero edizioni. All’uscita dell’album e del libro segue un suggestivo tour in forma di Reading/Concerto.
Nel luglio 2016 viene pubblicata la nuova suite inedita dei Locus Amoenus “Comunque vada” contenuta nel cofanetto internazionale “Decameron- part III”, un progetto realizzato dall’associazione progressive rock finlandese Colossus Ry, prodotto da Marco Bernard e distribuito su scala mondiale. Vito è autore del testo e delle musiche curate insieme ad Alessandro Ragano. Nell’aprile 2017 entra a far parte, in qualità di chitarrista e arrangiatore,
della band Zerella con cui pubblicherà l’anno successivo l’album “Sotto casa tua” per l’etichetta Seahorse Recordings.
Insieme all’attore irpino Nicola Mariconda è coautore e interprete dello spettacolo musicoteatrale “Poesie e suoni é cheste terre”, vincitore del Premio “Ad Maiori 2019”. Il 25 settembre 2020 vede la luce “Settembre”, singolo che anticipa l’uscita del nuovo album “SottoVuoto” in uscita a Novembre per (R)esisto distribuzione; l’album registrato tra Italia e Francia gode anche della presenza di musicisti d’oltralpe e rappresenta la summa delle
esperienze maturate nel corso degli anni, grazie anche alla permanenza dello stesso autore in terra francese.

CMZ: Ciao Alessio, partiamo dalla copertina e dalla scelta del titolo!
Alessio Vito:
Ciao ragazzi e grazie mille dell’invito. Le due cose in qualche modo sono collegate effettivamente; il titolo infatti l’ho preso in prestito da un suggerimento proprio di Vittoria Capuano, la grafica che ha curato la copertina. Quando proposi a Vittoria di realizzare la copertina del disco le girai le tracce e le dissi di ascoltarle con attenzione così da comprendere l’universo musicale su cui ruotasse l’album e trarre magari ispirazione da esso. Quando le chiesi un feedback lei mi disse :<< Mi piace Ale! bello malinconico eh, c’è un’atmosfera come dire di… Sottovuoto!>>. <>, esclamai, <> anche perché può avere diverse chiavi di lettura; può essere letto come un’unica parola ma essendo un lessema composto può essere scisso, le due parole che lo compongono scambiate di posto e assumere accezioni diverse eppure tutte valide in relazione all’atmosfera e i contenuti dei brani. Ecco perché, non a caso, ho voluto scrivere il titolo con le due iniziali di “Sotto” e “Vuoto” maiuscole proprio per proporre questo gioco di interscambiabilità.
Per quanto riguarda la copertina come ho già detto in altre occasioni l’idea era un po’ quella di “metterci la faccia” (o meglio un lato di essa XD) per mostrare anche come il tempo livelli e trasformi la nostra immagine. Ho definito spesso questo disco come un punto di arrivo che spero presupponga una nuova partenza quindi, ecco, questo è il mio aspetto in questo momento e questi sono i segni del tempo che mi porto addosso come quei capelli e quella barba bianca ben in evidenza a dispetto dei 30 anni e che non poche volte mi hanno fatto notare XD. Anche l’idea della grafica in vettoriale e minimale è un po’ in contrasto con i contenuti musicali, testuali e i concetti esplicitati nei brani. Un’immagine semplice che in realtà cela ben più irti e complicati significati e significanti.

CMZ: “Sottovuoto”, è il tuo nuovo album! Che generi musicali possiamo ascoltare in questo lavoro?
Alessio Vito:
Proprio così! SottoVuoto è il mio nuovo album uscito il 9 Novembre 2020, pubblicato e distribuito da (R)esisto distribuzione. Nel complesso è un album certamente di stampo cantautorale e direi umilmente “d’autore”. Vengo da mondi musicali disparati, ho militato tanti anni nel mondo del Rock e del Progressive Rock ma anche del folk e della canzone d’autore. I miei ascolti sono ampi e vari, ho i miei preferiti ovviamente, ma posso tranquillamente passare dai Deep Purple a Guccini, da Nick Cave a Piero Ciampi, dal CSI ai Genesis… tanto per intenderci con qualche esempio XD.
In “SottoVuoto” credo ci sia un po’ tutto il mio bagaglio artistico e le cose che amo ascoltare io in primis; c’è del Rock, c’è del Folk, del grunge, del funky … insomma c’è Alessio Vito.

CMZ: Quali sono state le circostanze che ti hanno fatto iniziare questo percorso come musicista?
Alessio Vito:
Ho messo le mani su una chitarra classica per la prima volta a 10 anni per poi completamente abbandonarla dopo pochi mesi fino ai 15-16 quando grazie al mio amico Daniele, che aveva iniziato a strimpellarla, ho ripreso a dedicarmi a questo fantastico strumento. Da lì in poi questa passione è andata via via crescendo, ho cominciato a prendere lezioni dal Professore Pietro Pelosi a cui devo tantissimo e senza il quale probabilmente non ci avrei messo così tanta dedizione e non avrei capito la vera essenza di quest’arte. Poi, man mano, la musica ha cominciato ad invadere sempre di più la mia vita, sono entrato nella mia prima band diventata poi Locus Amoenus e in cui in qualità frontman, autore e polistrumentista mi sono preso le mie belle responsabilità. Da lì in poi è stato un continuo crescendo di fatti, circostanze ed emozioni. Il nostro album “Clessidra”, la suite “Comunque vada” per la compilation internazionale “Decameron part.3”, i tour, i festival e le esperienze estere, il mio primo lavoro da solista “Un Aprile Sbagliato”. Tante esperienze in altre band di altro genere, non solo come chitarrista ma anche come bassista, flautista, arrangiatore, compositore e autore, concerti su concerti con pubblici e ambienti completamente diversi e ad oggi non ho ancora abbandonato quest’arte fantastica con tutte le gioie e le sofferenze che si porta dietro.

CMZ: Elencaci cinque artisti o bands che hanno influenzato il tuo sound!
Alessio Vito:
Questa è una domanda troppo difficile per me a cui non credo di sapere esattamente rispondere. Per fortuna, direi, posseggo un bagaglio ampissimo di ascolti di mondi e generi musicali diversi e faccio fatica a fare dei nomi, mi sembra di fare un torto ad altri e chiedo per questo già loro scusa in anticipo.
Di sicuro sono fortemente influenzato, anche sul piano della scrittura, dalla canzone d’autore italiana e di conseguenza da tutti i grandi cantautori di questa scuola e penso a Guccini, De Andrè, De Gregori, Dalla, Ciampi fino a Battiato, Battisti, Fossati e volendo avvicinarmi con gli anni per il sound certamente, tra gli altri, Daniele Silvestri, Giorgio Canali, Paolo Benvegnù, Niccolò Fabi. Essendo essenzialmente di base un Rocker da ragazzino sono cresciuto con la musica dei Litifiba, Deep Purple, Led Zeppelin, dei Pink Floyd fino poi ad addentrarmi nel meraviglioso mondo del Progressive con Genesis, Jethro Tull, Banco del mutuo soccorso e così via … di nomi da elencare ce ne sarebbero troppi.
Per di più nella mia playlist (Quella che mi compone Spotify perché ad essere sincero ascolto piuttosto per album) non mancano certamente artisti di cui ho consumato i dischi come Nick Cave, Peter Gabriel, Glen Hansard, Radiohead, Vic Chesnutt, Massimo Volume, CSI e tanti altri. Lo so, probabilmente starete pensando che non ho risposto alla domanda (ihihihi) ma non saprei fare di meglio; ho troppa musica per la testa e spero possa entrarne sempre di nuova. Provo ad essere quanto più possibile “open mind” da questo punto di vista lasciandomi influenzare da quanto mi affascina, mi colpisce e mi emoziona e provando poi a renderlo quanto più mio possibile, originale e riconoscibile …si spera.

CMZ: Un progetto che vede la partecipazione di molti musicisti !
Alessio Vito:
Si, e di questo sono onorato e lusingato. Oltre ad amici e musicisti di vecchia data come Emilio Capuano (anche fonico, produttore e arrangiatore dell’album con me), c’è Alessandro Ragano al basso compagno di viaggio fin dai tempi dei Locus Amoenus, Carmine Di Giacomo alla batteria con cui ho condiviso più volte il palco, Gerardo Danna che ha impreziosito “Aria Respiro” e “Fino in fondo” con la sua chitarra (anche lui militante nei Locus) e la preziosissima collaborazione del Maestro Carmine Marra al sax in “Aria Respiro”.
Oltre queste vecchie conoscenze ci sono però nuove e per me importantissime collaborazioni che porterò nel cuore; ho registrato, infatti, parte del disco e alcune tracce completamente in Francia sulle Hautes-Alpes dove ho vissuto per diverso tempo insieme a nuovi amici e musicisti d’oltralpe che hanno partecipato con entusiasmo al progetto. Fondamentale la presenza di Johanna Cascales al violino e al violoncello, di Seb Carpentier al basso in “La Risposta” e poi Terry Piccin (fisarmonica a bottoni), Florent Digbeu (batteria e percussioni), Kevin Clarx (basso tuba), Jean-Leaurent Pernin (chitarra manouche) con cui ho registrato “Canzone dell’attesa”.
Colgo l’occasione per ringraziarli tutti vivamente così come quanti hanno collaborato e reso possibile la realizzazione di “SottoVuoto”, tra cui Massimiliano Lambertini della (R)esisto che ha creduto nel progetto.

CMZ: Quanto è importante per te internet nell’ambito musicale
Alessio Vito:
Oggi è fondamentale, ancora di più se pensiamo alla situazione di paralisi relazionale che stiamo vivendo in questo periodo. Di mia indole sono molto “seventies”, sono legato molto al supporto fisico, al vinile, al cd, (ricordo con nostalgia quando registravo le musicassette dei miei programmi radio preferiti) e anche per questo ho insistito per realizzare la versione fisica in cd di “SottoVuoto”; mi piace toccare la musica anche con mano, vedere l’artwork, sfogliare i libretti, sentirne l’odore.
Non posso però scansarmi nel dire che internet è uno strumento fondamentale soprattutto per chi, come me, non gode del successo del mainstream; grazie alla rete abbiamo infatti la possibilità di farci conoscere ad un pubblico maggiore, di fare arrivare nelle case e sugli smartphone la nostra musica, cosa che altrimenti sarebbe difficilissima se non impossibile.
Spero però che potremmo tornare quanto prima ad abbracciarci sotto il palco prima e dopo un concerto e staccarci un po’ da questo mondo virtuale che ci ha ormai completamente assorbito e a cui ci stiamo abituando troppo. Non vedo l’ora di poterci guardare finalmente negli occhi e, con una birra o un buon calice di vino, parlare di musica, attimi di vita e/o anche di cazzate se ne sentiamo il bisogno.

CMZ: Hai mai pensato di avere una Line Up stabile?
Alessio Vito:
Beh certamente; la mia formazione musicale si è consolidata con il mio gruppo storico di cui abbiamo parlato in precedenza, vengo da esperienze ultradecennali con svariati gruppi di generi diversi per cui il concetto di bands per me è fondamentale. Purtroppo il tempo e le circostanze spesso cambiano le carte in tavola ma sono solito collaborare con amici prima che musicisti per cui la risposta non può che essere affermativa!

CMZ: Lascia un consiglio a chi vuole intraprendere la strada della musica!
Alessio Vito:
Crederci sempre, saper pazientare, stringere i denti, collaborare e non aver paura di fare tanta gavetta. Come diceva il compianto Fausto Mesolella “matrimoni, cresime, battesimi, sagre, feste di piazze” anche questo serve a farsi le ossa! Poi direi che componente fondamentale, come nella vita del resto, è la curiosità che in musica si potrebbe tradurre con lo studio e soprattutto l’ascolto. Ascoltare e osservare tanto cercando per quanto sia difficile di mettere da parte stilemi e pregiudizi senza comunque rinunciare alle proprie preferenze. Per il resto ci saranno anche tantissimi momenti difficili e sconfortanti nel mondo della musica ma devono fungere da stimolo e da carburante e se la musica la si fa “insieme” (come diceva Ezio Bosso) la strada sarà sicuramente più in discesa.

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