ALAN +, un percorso emotivo composto di parole e suoni
ALAN+ è un duo composto da Tony Vivona e Alessandro Casini, navigati musicisti di stanza a Firenze con alle spalle svariati progetti quali Deadburger, Le Giardin des bruit, No One Orchestra.
Basi elettroniche, synth, basso, piano e voce (Tony); chitarre acustiche ed elettriche, vibroplettri, disturbi ambientali, dissonanze e seconda voce (Alessandro).
Il progetto ALAN+ (musica e poesia) ha radici piuttosto profonde. La cifra stilistica del duo si ispira ai reading inaugurati in nord America con la beat generation ma poi emulati in tutto il mondo nei circuiti culturali alternativi.
Spoken word music,quindi: un testo narrato su una trama musicale.
Gli artisti di riferimento sono Nick Cave, Grindermann, Einstürzende Neubauten, Low.
Il testo è il punto di partenza di tutto il lavoro, descrive a volte in modo antropologico altre in modo epico, i comportamenti umani all’interno dell’habitat urbano e l’emotività che li pervade.
La struttura sonora è una forma di post rock elettronico dato dal mix di suoni elettronici, analogici e interventi di strumenti acustici con il basso di Tony e la chitarra di Alessandro.
Non una colonna sonora ma una musica che vive di vita propria ed che ha una grande forza evocativa.
CMZ: Perché ALAN+ ? Il più va letto “più” o Plus?
ALESSANDRO : ALAN è semplicemente un mix lettere che attinge ai nostri nomi.
In effetti la nostra musica è anch’essa un mix che deriva da due personalità distinte, con esperienze diverse anche se con tanti punti di contatto. Dall’incontro di AL e AN è come se fosse nata una nuova personalità con una sua vita propria e distinta.
Lo spoken word è il nostro perimetro di lavoro e i testi sono in italiano quindi il segno + si legge “più” e sta ad indicare che tutto è in continua evoluzione, che non c’è un punto di arrivo, che c’è sempre qualcosa da aggiungere, che i punti di vista cambiano nel tempo e ti stimolano a evolvere il tuo lavoro.
CMZ: Anamorfosi è stato pubblicato da Urtovox lo scorso 14 Maggio. Che generi musicali possiamo ascoltare in questo lavoro ?
TONY: La scrittura dei brani, è la somma delle nostre rispettive sensibilità musicali, che si sono formate con ascolti molto distanti fra loro e anche spalmati in un lungo lasso di tempo. Non appartenendo specificamente a nessun genere si possono magari, ascoltando il disco, fare degli accostamenti. Il più semplice è lo spokenword per il fatto che tranne che in un brano (TENGO TRACCIA), usiamo sempre e solo il parlato, sostanzialmente non cantiamo; poi se vuoi possiamo definire la musica come un post rock elettronico. Sicuramente la nostra una musica ‘alternativa’. Ma tutte queste ‘etichette’ servono forse a dare un’idea di massima di quello che facciamo, il modo migliore per capire il nostro genere è ascoltarci.
CMZ: Quali sono state le circostanze che hanno dato vita al vostro progetto
ALESSANDRO: Io e Tony ci conosciamo da molto tempo, abbiamo condiviso tanti progetti. Anche adesso stiamo lavorando al nuovo album di Le Jardin des Bruits – insieme a Simone Tilli, Silvio Brambilla e David Noto -; abbiamo poi appena concluso un lavoro per il teatro scrivendo e performando 7 “compact song” per il progetto SALIGIA che proprio in questi giorni sta girando su youtube.
Con Deadburger Factory, abbiamo pubblicato “Puro Nylon 100%” all’interno del cofanetto “La fisica delle Nuvole” (Snowdonia/Goodfellas 2013), un progetto sempre nell’ambito dello spokenword, con testi di Tony Vivona e musiche mie, di Tony e di Vittorio Nistri. Come vedi il progetto ALAN+ non è altro che la naturale evoluzione di una collaborazione che esiste da molti anni.
CMZ: Elencateci cinque artisti o bands che hanno influenzato il vostro sound!
TONY: Questa cosa mi diverte sempre, perché spesso chi ce lo chiede non si aspetta i nomi che diamo in risposta.
Nick Cave, l’altro progetto che lo vede coinvolto: i Grindermann, i Low con il loro post rock melodico, i Mogwai e poi citerei i The Notwist. Ma come ti dicevo prima il nostro percorso formativo è stato complesso e piuttosto ricco e questi sono solo alcuni dei nomi che hanno influenzato e contaminato il nostro modo di comporre.
CMZ: E poi l’incontro con la Urtovox! Raccontateci com’è andata…
ALESSANDRO: La Urtovox per noi è Paolo Naselli Flores. Paolo prima di intraprendere con successo l’attività del discografico, è stato insieme a Tony fondatore del gruppo “Verde Matematico”
TONY: E’ vero io e Paolo ci conosciamo da molti anni e abbiamo anche collaborato agli albori della URTOVOX, ma poi ognuno di noi ha percorso la propria strada pur rimanendo in contatto come amici. In particolare PAOLO ha fatto un ottimo lavoro con l’etichetta discografica poi successivamente come editore e come ufficio stampa. Ad oggi è una realtà importante nel panorama indipendente italiano, e al momento di decidere come far uscire ANAMORFOSI lo abbiamo interpellato.
Per noi è stato molto importante incassare il suo consenso e la sua preziosa collaborazione.
Ad oggi confermo che è stata la scelta giusta.
CMZ: Quanto è importante per voi internet e l’uso dei social nell’ambito musicale?
TONY: Oggi chi fa musica, ma anche teatro o cinema o qualsiasi altra forma d’arte, non può prescindere dall’essere presente in rete. E come tutti i meccanismi comunicativi anche questo ha le sue regole e i suoi tempi che vanno conosciuti e rispettati per ottenere dei buoni risultati.
Importanti sono anche i contatti diretti personali. Oggi non è escluso che qualcuno ti noti anche solo per ciò che condividi.
La rete ti rende ‘disponibile’ a chiunque e rende chiunque (se presente in rete) raggiungibile.
Noi, per esempio, come ALAN+ stiamo vivendo una bella esperienza all’interno di un gruppo Facebook di appassionati di musica, NEXT THE BORDER, che hanno iniziato a seguirci e a condividere i nostri contenuti.
CMZ: Lasciate un consiglio a chi vuole intraprendere una strada da musicista oggi in Italia.
ALESSANDRO: Dare consigli in questo ambito è molto difficile, non esistono regole prefissate. Consideriamo che noi ci muoviamo in un ambito “indipendent” dove quello che conta è l’originalità della proposta.
Ascoltare tanta musica, lavorare sul suono del proprio strumento, valorizzare la personalità del proprio progetto, avvalersi di collaborazioni; questi sono alcuni punti importanti da considerare.